La Val d’Elsa

Castelfiorentino - Itinerario 12

 

1. ITINERARIO: Castelnuovo d'Elsa - Bivio pod. Meleto Madonna della Tosse - Bivio chiesetta Meleto - Pieve di Coiano - Podere Rialzetto - Castelnuovo d'Elsa


2. DESCRIZIONE SINTETICA

L' anello proposto ci porta a conoscere la famosa fattoria di Meleto e la bella pieve romanica di Coiano. La visita al borgo di Castelnuovo d' Elsa, grazioso paese posto su un colle che domina la campagna circostante, conclude l' escursione.

3. DESCRIZIONE DETTAGLIATA

Castelnuovo d' Elsa. Si ricorda come piccolo comune rurale facente parte dei 36 castelli del distretto di S. Miniato. Nel 1173 fu posto d' assedio dalle truppe di Cristiano di Magonza ma riuscì a respingere l' assalto e rimanere indipendente fino alla metà del 1300 quando entrò a far parte della Repubblica fiorentina, che fece di Castelnuovo capoluogo di comunità e di podesteria riunendo le comunità di S. Quintino, Canneto e Barbialla. Per questo motivo alcune volte Castelnuovo d' Elsa fu denominato Castelnuovo di Barbialla. Solo molti secoli dopo, il 23 maggio 1774, per effetto del regolamento sull' organizzazione economica delle Comunità del contado fiorentino, entrò a far parte del comune di Montaione poi di Castelfiorentino. Delle antiche vestigia di questa località sono tutt' ora visibili, nella parte alta del borgo, i resti del cassero. Nella chiesa di S. Maria Assunta è conservata una tavola del XV sec. attribuita a Neri di Bicci. Annualmente nella cittadina si tiene una rassegna nazionale di teatro popolare.

- km 1,8 Dal centro del caratteristico paese si scende su strada asfaltata fino ad incrociare la SP Samminiatese. Si prende a sinistra per 400 m e, dopo aver passato un piccolo ponte sul Rio di Broccolino, si imbocca a sinistra una poderale (l' incrocio, poco visibile, è all' altezza di un' abitazione di recente costruzione).

- (segnavia a km 0,0 - 0,2 - 0,4 - 0,5 - 1,2 - 1,4 - 1,45 - 1,8) SP Samminiatese/Bivio poderale Meleto Madonna della Tosse. In origine era un tabernacolo di campagna situato lungo la strada per Meleto al bivio per Castelnuovo d' Elsa. Un' iscrizione consente di individuarne sia il committente che l' autore e la data. Nel 1853 il comune di Montaione, amministrazione sotto cui si trovava all' epoca, decise di trasformare il tabernacolo in una cappella di stile neogotico per proteggere gli affreschi dagli agenti atmosferici costruendo, sulla parte anteriore, una facciata con in alto un loculo e una porta , affiancata da due finestre con archi a sesto acuto. Nel 1970 gli affreschi furono distaccati dalle pareti della cappella posta lungo un corso d' acqua e in luogo particolarmente umido tanto che fu danneggiata l' integrità sia dei colori che dell' intonaco su cui erano stati realizzati. Questa operazione ha consentito il ritrovamento di bellissime sinopie. Dopo il restauro ed una lunga giacenza nei depositi della Sovrintendenza dei Beni Artistici, nel 1986 gli affreschi, insieme a quelli della cappella della Visitazione di Castelfiorentino, dello stesso autore con vicende storiche parallele, sono stati sistemati nei locali del Centro Culturale Comunale di Castelfiorentino dove sono tutt' ora esposti al pubblico.

- km 0,9 Proseguendo per 200 m si giunge ad un casale abbandonato. Si svolta a destra e si prosegue su una poderale costeggiando un coltivo fino a scavalcare una sbarra e arrivare ad una fattoria disabitata. Si inizia a salire verso Meleto, che si intravede di fronte. Si entra in una vasta aia in mezzo a casali. Si volta a sinistra per arrivare, dopo poche decine di metri, al bivio con la chiesetta di Meleto (questo tratto di poderale che conduce a Meleto può essere evitato proseguendo sulla provinciale Samminiatese per altri 1,1 Km fino all' incrocio con la strada sterrata sulla sinistra che, tramite un bel viale delimitato da cipressi, conduce al bivio della chiesetta. Questo itinerario alternativo è indicato per una percorrenza in mountain bike).

- (segnavia a km 1,8 - 1,85 - 2,0 - 2,05 - 2,2 - 2,3 - 2,35 - 2,4 - 2,6 - 2,65 - 2,7) Bivio Chiesetta Meleto.
La villa e l' annessa fattoria di Meleto si presentano sulla costa di un colle che domina la fertile Val d' Elsa. "Scuole teoriche e pratiche che ammaestrano in legge, in medicina, in belle arti, ve ne siano che insegnano convenientemente l' agronomia arte liberale sicuramente quanto le rammentate. E come il ricco cerca, sol perché ne apprezza i talenti, il medico, il legale, l' artista ed è sicuro di trovarlo possa ugualmente trovare un onesto e valente fattore, senza commettersi al caso per la scelta, e senza che nulla risponda della bontà di esso". Con queste parole, all' inizio dell' Ottocento, il proprietario, marchese Cosimo Ridolfi, volle sintetizzare la necessità di avvalersi di maestranze qualificate nonché di tecniche più moderne. Il 2 febbraio 1834 fondò in questa fattoria il primo istituto agrario in Italia dove si insegnavano moderne tecniche agricole in un apposito podere sperimentale. Ciò avvenne grazie alla precedente opera dell' agronomo Agostino Testaferrata di Castelfiorentino che non solo inventò nuove macchine per l' agricoltura quali coltri, sgranatori ecc., ma portò innovazioni nelle tecniche di coltivazione come quelle "a spina" e le "colmata di monte". Quest' ultime sono delle pratiche di assetto del territorio con le quali si erodono le parti terminali dirupate di una collina, utilizzando le acque meteoriche opportunamente incanalate, per deporle più a valle creando zone coltivabili. L' istituto, il 13 settembre 1843, per desiderio del granduca Leopoldo, fu trasfento a Pisa e trasformato in cattedra universitaria. L' affermarsi della scuola fece sì che dal 1837 al 1855 si riunissero a Meleto, in sei convegni annuali, gli agronomi italiani e non rara era anche la partecipazione di studiosi stranieri. Attualmente nella villa, di proprietà privata, vengono svolte manifestazioni di vario genere mentre la fattoria commercia tutt' oggi prodotti agricoli di ottima qualità.

- Km 5,8. Alla chiesetta (da destra proviene il percorso TR) si prosegue girando a sinistra lungo una via delimitata da cipressi per arrivare al complesso degli edifici della fattoria Meleto (sulla destra è ancora visibile il viale che costituiva l' antico accesso dal piano dell' Elsa). Si supera il complesso degli edifici della fattoria, per proseguire su una bella strada pianeggiante. Dopo alcune curve ad angolo retto, costeggiando boschetti con cipressi e trascurando gli stradelli secondari che vi si inoltrano, si arriva alla località Campriano. Si oltrepassa la fattoria e la chiesa per pervenire all' incrocio fra la nostra via di Meleto, a destra via di Melicciano e a sinistra via di Poggiarello che prendiamo per raggiungere, tra saliscendi e dopo 1,6 Km, la pieve di Coiano.

- (segnavia a km 2,7 - 2,8 - 2,9 - 3,1 - 3,2 - 3,4 - 3,8 - 3,9 - 4,4 - 4,6 - 5,1 - 5,3 - 5,4 - 5,5 - 5,9 - 6,3 - 6,6 - 6,9 - 7,3 - 7,7 - 8,2 - 8,5) Bivio Coiano Coiano. Già ricordato in documenti del sec. XIII, il borgo viene segnalato nel 1360 quando il territorio fu incorporato nella Repubblica Fiorentina che vi destinò un podestà, in comune con Barbialla, per metà anno. Attualmente, oltre ad alcune case, esiste una tenuta che nel 1800 ospitò sperimentazioni sui coltivi. Situata lungo l' antico tracciato della via Francigena, la Pieve di Coiano fu edificata alla fine del 1100 e risente nello stile della facciata di influssi pisani. Sotto la sua giurisdizione, a dimostrazione dell' importanza che questa aveva nel periodo mediovale, aveva 14 chiese filiali.

- Km 3,1. Si gira a sinistra su strada asfaltata in direzione di Castelnuovo d' Elsa. Di fronte si presenta la Pieve di Coiano caratterizzata dalla ripida scalinata. Percorsi 300 m si prende a destra uno stradello sterrato in leggera discesa seguendo le indicazioni per Dogana. (A circa 1 Km la strada è attualmente interrotta da una frana e non costituisce comunque ostacolo per un transito in MTB e a piedi.) Continuando in ripida discesa, nel fitto bosco, si arriva al bivio con la via di Vallese.

- (segnavia a km 8,5 - 8,8 - 9,4 - 9,8 - 10,1 - 10,4 - 10,8 - 11,0 - 11,4 - 11,6) Bivio via di Vallese (intersezione percorso n° 11)

- Km 1,1. A sinistra si percorre via di Vallese fino al bivio con la SP Samminiatese. Sempre a sinistra, in direzione Castelnuovo d' Elsa (fare attenzione al traffico intenso e velocissimo), si arriva all' incrocio con il podere Rialzetto dopo circa 600 m. (Proseguendo per altri 700 m sulla SP si può arrivare alla Cappella della Madonna della Tosse).

- (segnavia a km 11,6 - 11,7 - 12,1 - 12,5 - 12,7) Podere Rialzetto (bivio SP Samminiatese)

- Km 2,3. Al bivio si gira a sinistra prendendo uno stradello sterrato che confina con il podere Rialzetto. Si costeggia il rio Grignana e poco prima del podere Grignana, che si intravede sullo sfondo, si gira a destra per inoltrarsi in un boschetto di pioppi. La poderale sale ripidamente verso Castelnuovo d' Elsa. Attraversati alcuni coltivi in stato di abbandono, si perviene sulla strada sterrata di fronte al campo di calcio di Castelnuovo d' Elsa. Si gira a sinistra e poi a destra immettendosi sulla strada asfaltata proveniente da Coiano. In breve si ritorna alla piazza della cittadina di Castelnuovo d' Elsa chiudendo l' anello.

- (segnavia a km 12,7 - 12,75 - 12,8 - 13,0 - 13,3 - 13,6 - 13,7 - 13,9 - 14,0 - 14,1 - 14,2 - 14,5 - 14,6 - 15,0) Castelnuovo d' Elsa





Lunghezza percorso 15,0 km.
Tempo di percorrenza A piedi: ore 3,30'; in mountain bike: ore 1; a cavallo: ore 1,30'.
Dislivello totale del percorso 243 m.
Periodi di svolgimento tutto l'anno
Modalità di svolgimento trekking, cavallo, mountainbike

 

Sito realizzato da Adriano Assedi come prova finale del corso "Realizzare siti web con Dreamweaver" tenuto dal web-designer Massimo Ciotta, presso il Trovamici di Empoli, gennaio 2009.